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mercoledì 25 aprile 2018

"Di niente e di nessuno" di Dario Levantino, Fazi Editore

Buonasera a tutti i miei Amici dei Libri e buon mercoledì!

Seppur in ritardo e senza aver pubblicato il W.W.W., vi racconto di un libro che ho potuto leggere grazie a Fazi Editore e che mi ha letteralmente "sconquassata" dall'inizio alla fine.

Di niente e di nessuno | Dario Levantino | Fazi Editore | 159 pagine, brossura | 19 aprile 2018 |  17,50€


Un'intensa storia di formazione condotta con la voce, spietata e dolcissima, di un adolescente che lotta per sovvertire i morbosi equilibri di una famiglia infelice.

"Il mio quartiere. Un aborto urbano, un non luogo. Io, che ci sono cresciuto, cammino con sicurezza: non guardo le vie, mi oriento col naso. C'è puzza di grasso e di polvere e di soffritto di cipolla. C'è un odore saggio, che corrode, che mi conosce, quello del mare. Il Tirreno dista pochi metri da casa mia, quando indosso i vestiti che mia mamma stende fuori, profumano di smog e mareggiate."

Brancaccio, periferia di Palermo. Rosario è un adolescente solitario con la passione per la mitologia classica e il mare. Il padre, cinico e bugiardo, ha un negozio di integratori per sportivi in cui gestisce lo smercio illecito di sostanze stupefacenti; la madre, accudente e remissiva, dedica tutto il proprio tempo alla cura della casa e della famiglia. Solo di tanto in tanto, la donna si concede una pausa per lucidare il trofeo vinto come miglior portiere da nonno Rosario, morto prematuramente nel terremoto del Belice del 1968. Quando, per accontentare un inconfessato desiderio della madre, il ragazzo decide di giocare in quello stesso ruolo con la squadra di quartiere, il percorso che lo condurrà all'età adulta ha inizio: tra i pestaggi, la scoperta dell'amore e il disincanto, Rosario troverà la forza di emanciparsi dalla violenza e dalla menzogna che da sempre hanno oppresso la sua vita. Un'intensa storia di formazione condotta con la voce, spietata e dolcissima, di un adolescente che lotta per sovvertire i morbosi equilibri di una famiglia infelice. Un giovane autore dalla scrittura agile e peculiare capace di raccontare la paura e l'audacia di un ragazzo che, nel Sud passionale e violento delle periferie, ha il coraggio di diventare un uomo.

L'adolescenza, si sa, è uno dei periodi più complicati in cui un essere umano s'imbatte; è colmo di cambiamenti, preoccupazioni ed esperienze che, il più delle volte, sono quelle che contribuiranno poi a formare la personalità dell'individuo. Per Rosario non è semplice, non solo per i motivi precedentemente citati, ma soprattutto per il contesto ambientale e familiare in cui è nato e sta crescendo. 

Quando, per immensa gioia della madre, Rosario si ritrova in porta su un campo di calcio e scopre di aver ereditato dal nonno una certa dote innata per questo ruolo sportivo, il lettore si ritrova a pensare che quella che andrà a leggere di lì a poco sarà la narrazione delle avventure collocate in questo contesto; ciò cui si trova davanti, invece, è identificabile come un lungo flusso di coscienza del protagonista che, con lo sport sullo sfondo, si trova a dover fronteggiare i primi attacchi dei bulli, un inaspettato e travagliato amore e la crisi che sta per travolgere completamente la sua famiglia e la sua vita.

La profondità di questo romanzo è davvero incisiva, si tratta di una di quelle letture cui fatichi ad allontanare il pensiero, anche quando non la stai affrontando. Lo spaccato che viene descritto, la periferia di Palermo e tutte le difficoltà che contraddistinguono quest'ambientazione, la fanno da padrone per gran parte della vicenda, ricoprendo un ruolo fondamentale ai fini dello sviluppo della storia. 

Lo stile di scrittura di Levantino è particolarmente empatico, mi ha trasmetto tante emozioni da farmi quasi pensare che il racconto potesse essere autobiografico, tale è il coinvolgimento che ne traspare. L'attenzione che l'autore ha voluto prestare ai fantomatici piccoli dettagli, alle atmosfere che fanno da contorno all'esistenza di Rosario, mi ha permesso di percepire sfumature di una vita come se la stessi vivendo, non in prima persona ma molto da vicino. La successione degli eventi è dosata magistralmente, riuscendo a riempire quel vuoto che viene trasmesso dalle profonde riflessioni del ragazzo che, a quindici anni, si trova a dover avere a che fare con tanti, troppi gradini da salire. 

Lui certo non si da per vinto, regalando al lettore un'esperienza forte e completa, senza perdersi in semplicistici cliché in cui spesso si rischia di cadere parlando di adolescenza e di tematiche familiari in un romanzo di formazione. 

L'unico appunto che mi sento di fare è molto personale e riguarda l'utilizzo di scene "violente": non sono una lettrice impressionabile ma ho una grande difficoltà a leggere di maltrattamenti sugli animali. Sebbene nel libro non siano citate né descritte scene di violenza gratuita sugli animali, ci sono un paio di scontri "fisici" tra uomo e cane che mi hanno creato non poco disagio. Tengo a specificare che questo commento è totalmente personale e non inficia grandemente il mio giudizio sul libro, e che non si tratta in alcun modo di crudeltà. 

Se avete intenzione di leggerlo scrivetemi qui sotto così provo ad essere più specifica senza rivelare troppo.

Ringrazio sentitamente Fazi Editore per l'invio di questo romanzo e vi aspetto qui venerdì per parlare di un'altra piccola perla di questo editore meraviglioso. 



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