Oggi vi racconto di un libro che ho potuto leggere grazie a Fazi Editore, che ringrazio, scritto da un'autrice che già ho avuto modo di conoscere lo scorso anno leggendo "Le bambine dimenticate", di cui vi lascio qui la recensione.
La foresta assassina | Sara Blaedel | Fazi Editore | 2018 | 301 pagine | Brossura | 15,00€
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È una notte importante, per il quindicenne Sune. Cresciuto in una comunità neopagana scandinava, è finalmente giunto il momento del suo rito di iniziazione: insieme al padre uscirà di casa bambino, per farvi ritorno da uomo. È il suo rito. Un falò è stato acceso in mezzo alla foresta; le lingue di fuoco vibrano nell’oscurità e le ombre nere oscillano fra gli alberi; gli uomini sono tutti lì per lui, per accoglierlo nel loro cerchio. E poi, ecco una donna. Una prova difficile… Quella notte Sune sparirà nel nulla. Le indagini sono affidate alla detective Louise Rick, che è tornata al dipartimento di polizia dopo una lunga assenza forzata. Hvalsø, teatro della scomparsa del ragazzo, è il suo paesino d’origine, e per Louise questo caso si rivela un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo, che la costringerà a fare i conti con i misteri del suo passato: il suo fidanzato potrebbe non essersi suicidato, come credeva. Correndo gravi pericoli, riscoprirà poco alla volta una cittadina dove il manto invernale del Nord ha coperto ogni cosa ma dove, dietro paesaggi gelidi e immacolati, si nascondono terribili segreti e legami mortali.
Dalla regina del crime danese, dopo Le bambine dimenticate torna l’indimenticabile Louise Rick in un poliziesco dall’atmosfera soffusa e avvolgente.
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Contenere l'entusiasmo alla notizia dell'arrivo di questo secondo romanzo in Italia non è stato semplice: ho amato "Le bambine dimenticate", specialmente per quel che riguarda lo stile di scrittura di Sara Blaedel, diretto e conciso ma intriso di emotività, attribuibile principalmente al carattere della protagonista Louise Rick, poliziotta dalla scorza dura sotto la quale si cela un'anima profondamente sensibile; è grazie a questa caratteristica che i romanzi dell'autrice sono "divorabili" in brevissimo tempo.
Il secondo aspetto che tengo ad evidenziare è relativo alla caratterizzazione dei personaggi, aspetto fondamentale ai fini della buona riuscita di un romanzo: come accennato precedentemente, la protagonista ha una personalità ben delineata, con peculiarità caratteriali che emergono quasi con musicalità, attribuendole un'ottima riconoscibilità; la scelta di intrecciare la trama principale del thriller con gli aspetti della sua vita personale contribuisce a creare empatia con Louise.
C'è un equilibrio ben studiato tra i personaggi collaterali, che appartengano alla sfera professionale o personale della protagonista, impedendo ad una sola figura di emergere e sovrastare le altre, e rendendo lo scorrere della vicenda lineare e godibile a pieno.
Se già di consueto non amo svelare dettagli della trama di ciò che vi propongo, in questo caso è necessario che io sia ancora più vaga per via dello stretto collegamento che c'è tra il primo romanzo e il secondo che, seppur prenda in analisi un caso diverso, è collegato al primo relativamente alla vita privata di Louise; questo dettaglio ha inevitabilmente portato alla luce un punto in comune con le scelte adoperate da un giallista italiano che stimo moltissimo, Maurizio de Giovanni, che ha fondato le sue due serie investigative di successo proprio sul filo personale dei suoi personaggi.
Sono stata felice di poter constatare che la Blaedel sia riuscita, anche questa volta, a creare un caso intricato, interessante e particolarmente originale, aumentando il mio desiderio e la mia curiosità di scoprire cosa potrà ideare per il romanzo successivo. Trovo che ciò accresca l'attesa e possa "fidelizzare" il lettore creando cui lui un rapporto molto solido e duraturo.
L'unica nota stonata del mio punto di vista consiste nell'aver trovato il ritmo generale leggermente meno incalzante rispetto al romanzo precedente, dettaglio che fortunatamente si va perdendo nella seconda parte della storia.
L'unica nota stonata del mio punto di vista consiste nell'aver trovato il ritmo generale leggermente meno incalzante rispetto al romanzo precedente, dettaglio che fortunatamente si va perdendo nella seconda parte della storia.
Concludo consigliando quest'opera indubbiamente agli amanti del thriller, specificando però che serve anche uno stomaco discretamente allenato per via di alcune scene che, seppur sporadiche, rendono talmente bene l'idea di quanto accade da risultare particolarmente impattanti.
Cosa dicono del romanzo?
«Blædel è una delle migliori che io conosca».
Michael Connelly
«Sara Blædel è al suo apice. Louise Rick è un personaggio che farà tornare i lettori, che ne vorranno di più».
Camilla Läckberg
«Sara Blædel è una forza di cui bisogna tener conto. Quando si parla di gialli, tutti parlano di trend – scandinavi, tedeschi, russi. Blædel non è un trend: è una scrittrice di gialli molto dotata che, una dopo l’altra, confeziona storie solide e avvincenti che possono piacere a tutti i lettori del mondo».
Karin Slaughter
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