Ieri sera ho avuto l'opportunità di prendere parte ad una merenda pre-natalizia davvero molto speciale, grazie a Edizioni Piemme cui sono molto più che grata!
Titolo: Senza dolce non è vita
Autori: Luigi Biasetto, Andrea Ottolini
Editore: Piemme
Anno edizione: 2017
Pagine: 176
Formato: ill., rilegato
Prezzo: 17,50€
Segreti, consigli e ricette da uno dei più grandi pasticceri del mondo. Per trasformare ogni momento in una festa.
In ogni festa che si rispetti, che sia un compleanno o un matrimonio, un anniversario o una promozione, il momento clou, quello che sublima il senso dello stare insieme, è l'apparizione del dolce. Per tutti il dolce è sinonimo di gioia, convivialità, celebrazione, coccola, rimedio piacevole ai momenti no. Una festa senza torta è solo un incontro, ha detto qualcuno. La pasticceria richiede tante qualità, precisione, attenzione, una certa capacità di rischiare. Poi ci vogliono buone materie prime, manualità e un po' di esperienza.
Ma i veri ingredienti segreti sono passione e dedizione. Offrire un dolce preparato con le proprie mani è veramente un gesto d'amore, come dire: ti voglio bene, ti ho pensato, ho trovato il tempo per fare qualcosa per te. Forse è il dolce il vero apostrofo tra le parole t'amo. Un pasticcere innamorato della sua arte, uno che ha fatto del dolce la sua magnifica missione diventando uno dei più apprezzati e famosi al mondo, in un insolito mix di ricette, trucchi, aneddoti e perle di saggezza, insegna come realizzare i suoi dolci del cuore, dal semplice tiramisù o dalla panna cotta, ma con accorgimenti da professionista, a quelli più complessi come la sacher o il profiterole. Mese per mese, in base alla stagionalità degli ingredienti, alle ricorrenze o semplicemente all'estro dell'autore, tante ricette imperdibili, corredate da consigli e curiosità, per celebrare il più effimero, ma il più indispensabile, dei sapori.
Devo confessarvi di aver provato molta emozione nel rapportarmi in maniera così diretta ad un'eccellenza dell'arte pasticcera: uno dei miei sogni da bambina era quello di intraprendere un giorno proprio questo percorso e, per quanto io abbia successivamente dovuto incamminarmi su altre strade, il desiderio e la passione sono rimasti invariati; come invariata è rimasta, ahimè, anche la mia scarsa attitudine (wink!)
Per questo motivo, collegandomi ad una domanda rivolta in precedenza da Elisa di Devylishly Stylish (che vi consiglio di andare subito a seguire, se ancora non doveste conoscerla!) grazie alla quale Biasetto ci ha illustrato le caratteristiche della sua vita di grande pasticciere al contempo "casalingo", ho manifestato tutto il mio disappunto nei confronti dei miei scarsi risultati in cucina; il consiglio che Biasetto mi ha rivolto non solo resterà con me per molto, molto tempo ma penso si possa applicare a qualsiasi contesto, ad ogni situazione in cui possiamo trovarci nell'arco della vita: "La prima cosa da fare, che ci piaccia o no, è accettare il fallimento perché, senza questo passaggio, è impossibile andare avanti e superare le difficoltà."
Paura di sbagliare, insicurezza e approccio negativo sono infatti i peggiori nemici della buona riuscita di qualsiasi lavoro si decida di intraprendere e di ogni prova che s'intenda superare. La naturalezza con cui un uomo affermato come lui è riuscito a dispensare un punto di vista tanto oggettivo e carico di significato, mi ha letteralmente spiazzata.
Io, come forse ormai saprete, sono un'accanita sostenitrice dell'esperienza sul campo, qualunque esso sia: sono fortemente convinta che la vita sia una delle migliori scuole che si possano frequentare, per via della moltitudine di insegnamenti che ci permette di interiorizzare e della varietà di prove che ci si trova ad affrontare: mi ha molto affascinata sentir parlare di stimati chef francesi che asseriscono di essere arrivati in alto grazie alle esperienze avute nel mondo della pasticceria.
Sì perché fare dolci è arte, ma anche pragmatismo, razionalità, impeccabile attenzione e padronanza di materie come la matematica e la chimica. Biasetto ci ha raccontato di avere una figlia, molto ambiziosa che, in occasione di un compito in classe di matematica, materia in cui non si è mai sentita ferrata, presa dall'agitazione data dal timore di un fallimento era troppo concentrata nel fare statistiche sulla propria media scolastica per rendersi conto di avere una mente molto più scientifica di quanto pensasse.
Sentir raccontare che lui e sua moglie l'hanno rassicurata spiegandole che, comunque fosse andato il compito di matematica, il loro amore per lei non sarebbe mai mutato, mi ha scaldato il cuore.
Quando è giunto il momento di assaggiare le meraviglie che il Maestro ha gentilmente deciso di portarci, stentavo a credere ai miei occhi: due confezioni di macarons talmente perfetti da dare l'illusione di essere finti (fino a che non è stato sollevato il coperchio, permettendo ai dolci di sprigionare una commistione di profumi paradisiaci) e due panettoni artigianali erano lì davanti a noi, pronti per essere assaggiati.
Ciò che mi ha colpito di più a tal proposito, è stata la spiegazione di Biasetto sull'importanza di selezionare gli ingredienti adatti per la preparazione corretta di ogni dolce: se per realizzare i macarons occorrono le mandorle, ciò non significa necessariamente che qualunque qualità di questo frutto sia idonea per quella determinata preparazione; ne esistono di più e di meno oleose e, per ottenere una superficie dalla regolarità impeccabile ne servirà una certa qualità, anche se potrebbe non essere quella migliore perché il gusto risulti perfetto.
Lo stesso discorso vale per tutti gli ingredienti necessari per la preparazione di un panettone o, più semplicemente, di una teglia di muffins: se, quando ci capita di leggere una ricetta, decidiamo di aggiungere il "famoso" mezzo cucchiaino di olio in un determinato momento del lavoro, sarà necessario attenersi alle indicazioni per evitare di mutare il risultato finale.
Se dovessi scegliere il sapore più buono tra quelli che ho provato ieri pomeriggio sarebbe indubbiamente quello del panettone al cioccolato che, grazie alla combinazione di una miriade di elementi tra cui la metodologia di lievitazione, la materia prima, le dosi e il trattamento in fase di preparazione, mi ha regalato un'esperienza
sensoriale che posso dire di non aver mai provato prima; anche il macaron al caramello, certo, non scherza per niente (wink!)
Spero di essere riuscita a trasmettervi almeno qualcuna delle mirabolanti sensazioni che l'incontro con Biasetto ci ha regalato, e concludo consigliando davvero a tutti di acquistare il suo libro.
L'incredibile capacità che il Maestro, con l'essenziale e professionalissimo aiuto di Andrea Ottolini, ha avuto nel realizzare un libro che possa risultare perfetto per chiunque, a prescindere dal livello di esperienza ai fornelli, rende "Senza dolce non è vita" il regalo perfetto da fare a Natale e...durante tutto il resto dell'anno!
Potrebbe essere veramente utile per me! 😅
RispondiEliminaSarei dovuta esserci ma purtroppo non ce l'ho fatta, leggendo il tuo resoconto e guardando QUELLE foto ora me ne pento ancora di più 😂
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