Buon pomeriggio a tutti Amici dei Libri e ben ritrovati su questi schermi!
Mondadori, che come sempre ringrazio di cuore, mi ha permesso di leggere un nuovissimo volume della collana Il Giallo, che continuo ad amare sempre di più.
L'estate del 1884 è alle porte quando il commissario Veneruso – grassoccio, invidioso, scorbutico, ma assai sensibile e "quasi buono" – si imbarca insieme all'agente Serra per l'isola di Capri, dove ha l'ordine di prelevare un vecchio brigante. Siamo in piena Belle Époque, e sul piroscafo viaggia una composita umanità di intellettuali, nobili e ricchi industriali italiani e stranieri, tutti attratti dalle bellezze e dalle tante libertà consentite all'ombra dei Faraglioni. La traversata si rivela presto turbolenta, e mentre all'orizzonte si addensano pesanti – e profetiche – nuvole nere, il commissario conosce alcuni passeggeri, da altri viene sedotto e con altri ancora litiga. Veneruso ancora non lo sa, ma saranno loro a popolare i suoi sogni, i suoi pensieri e i suoi rovelli nei giorni che seguiranno. Complice il maltempo, il commissario è infatti costretto a rimandare il ritorno, e i suoi giorni si tingono immediatamente di sangue. Dato che nessuno può raggiungere o lasciare l'isola, l'assassino è sicuramente tra i suoi abitanti. Pian piano Capri mostra tutte le sue seducenti sirene e le sue nascoste gorgoni, e Veneruso si ritrova ancora una volta a fare i conti con quel groppo inestricabile che chiamiamo Vita, e con ogni parola, opera e omissione che gli esseri umani sono disposti a compiere pur di viverla da creature libere.I presupposti su cui si basa questa storia sono tra i miei preferiti: atmosfera che ricorda la grande Agatha Christie, ambientazione italiana e comportamenti tipici, che riconosco, o meglio...che riconoscerei se fossi nata alla fine dell'800.
Veneruso è un commissario "del Regno", come lui stesso ama definirsi, e trovo sia un personaggio davvero caratteristico oltre che, per fortuna, non stereotipato. Vive in un'epoca in cui molte cose non vengono date per scontate, come invece faremmo ora, e lui stesso sembra non essere il solito uomo retto, irreprensibile ed eticamente attento ad ogni dettaglio. Spesso si autodefinisce troppo poco scolarizzato per affrontare al meglio determinate situazioni e questo suo riconoscersi "fallibile" finisce per fartelo prendere in simpatia, a differenza da quanto succeda all'inizio.
Anche questa volta, un piccolo appunto devo farlo e riguarda la scelta di inserire, in aggiunta alle dinamiche classiche di un romanzo investigativo, una particolare scena di violenza sugli animali che ha particolarmente urtato la mia sensibilità. Ci si imbatte abbastanza all'inizio della lettura e mi sembra corretto e coerente avvisarvi. Fortunatamente il tutto non finisce per essere gratuito, avrà un ruolo piuttosto fondamentale all'interno della vicenda ma, come sempre, non vi dirò di più per non rovinarvi la lettura.
Posso dire di aver apprezzato sia il caso in sé che la sua risoluzione, che non sono riuscita del tutto ad anticipare; l'elemento che ho preferito, però, è senza dubbio il parallelismo che il caso in questione ha con un altro caso, affrontato e risolto da Veneruso poso tempo prima di essere mandato a Capri. Pur svelandosi anche la risoluzione di tale omicidio, mi interesserebbe molto leggere un ipotetico romanzo in cui si approfondisce la questione, che ha avuto un grande potere attrattivo su di me.
Lo stile di scrittura dell'autore è lineare e abbastanza usuale, diventando più caratteristico quando "presta la voce" ai personaggi principali della storia, specialmente al protagonista. I personaggi collaterali non sono tra i più approfonditi che abbia incontrato ma, come per tutte le serie, c'è sempre tempo per migliorare questo aspetto.
A questo punto, non posso far altro che rinnovarvi l'invito ad accaparrarvi questa lettura davvero perfetta per il periodo, per via della sua ambientazione partenopea, afosa e coinvolgente. Aspetto i vostri pareri!
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