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martedì 26 aprile 2022

"Loch Down Abbey" di Beth Cowan Erskine | La nuova saga vittoriana che mi ha conquistato il cuore

Buongiorno a voi Amici dei Libri e ben ritrovati!

Inizio subito ringraziando calorosamente Mondadori che mi ha gentilmente inviato una copia del romanzo di cui parleremo oggi, ma anche un secondo volume di cui ancora non vi svelo il titolo per non rovinarvi la sorpresa (a meno che non mi seguiate su Instagram @viveretralerighe)

Loch Down Abbey è una giocosa parodia della tradizione britannica di ritrarre nobiltà e domestici, con matrimoni da pianificare, pasti elaborati da servire (indossando la mascherina, ovviamente), titoli nobiliari per cui litigare, figli illegittimi, morti su cui indagare e molto altro ancora.

Scozia, anni Trenta. Una misteriosa epidemia si sta diffondendo in tutto il paese, ma il nobile casato degli Inverkillen, residente a Loch Down Abbey, è molto più preoccupato dell'esaurimento delle scorte di carta igienica e di chi baderà ai bambini, ora che la Tata ha purtroppo lasciato questa vita, causando non pochi disagi. Quando lord Inverkillen viene trovato morto, dopo aver condotto un affare disastroso per vendere la sua distilleria di whisky (pessimo, tra l'altro), la polizia dichiara che si è trattato di un incidente, ma la signora MacBain, la governante, non ne è convinta. Dal momento che nessuno può entrare o uscire dalla tenuta a causa dell'epidemia, i residenti sono gli unici sospettati. Tuttavia la morte del lord è solo l'inizio dei problemi: la situazione finanziaria è disperata, la servitù si ammala, lasciando gli Inverkillen a se stessi. Orrore! (Doversi rifare i letti.) Mentre i nobili sono impegnati a non fare assolutamente NIENTE, la signora MacBain scopre invece una serie sconcertante di segreti, bugie e tradimenti.

Sarò, come sempre, molto sincera con voi e vi dirò che inizialmente ero titubante all'idea di leggere una storia che contenesse un tema così caldo come quello di un virus letale, che serpeggia improvvisamente cogliendo tutti alla sprovvista. Per fortuna, però, non mi sono lasciata intimorire all'idea e ho potuto così scoprire una storia particolare e super accattivante, che mi ha tenuta incollata alle pagine come i migliori libri di suspance sanno fare.

Il caso vuole che ultimamente mi senta molto attratta dai romanzi ambientati in epoca vittoriana, nonostante non ne abbia letti molti nella mia vita di lettrice, e l'esperienza con "Loch Down Abbey" non avrebbe potuto essere più entusiasmante: intrighi, familiari e politici, sospetti, sorprese e dinamiche sociali vi trascinano inesorabilmente all'interno della grande tenuta, grazie anche ad uno stile di scrittura serrato per quanto riguarda la narrazione e super coinvolgente quando lascia spazio ai dialoghi, caratterizzati con maestria.

Penso che sia stato proprio questo l'elemento principe, che mi ha fatto adorare questa storia: la delineazione dei personaggi è ricca senza risultare ridondante, ognuno di loro ha una voce perfettamente distinta e riconoscibile e questo aiuta, di conseguenza, a disorientare il lettore, impedendogli di trovare il bandolo della matassa che gli permetterebbe di districare la confusione generale creata dagli eventi.

Penso sia giusto, specialmente in questa sede, ribadire il concetto della delicatezza di un tema trattato, essendo così accumunabile alla situazione in cui verte il nostro Paese ancora oggi, ma ci tengo a specificare che nulla all'interno del romanzo è gestito in maniera ansiogena; al contrario, l'autrice è stata davvero in grado di creare delle dinamiche talmente appassionanti da dare vita ad un vero e proprio giallo d'intrattenimento, di quelli che vi vorreste portare ovunque pur di non dover smettere di leggerlo.

Super consigliato come, d'altronde, per ogni volume che appartiene alla ormai mitica collana Il Giallo Mondadori!

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