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venerdì 13 novembre 2020

Review Party | "A caccia del diavolo" di Kerri Maniscalco | Ed. Mondadori

Buongiorno a tutti, come state?

Io spero che, nonostante gli evidenti motivi, le cose procedano tutto sommato come devono e, nel dubbio, comincio mandandovi un abbraccio gigante.

Subito dopo, come sempre, ringrazio Martina del Blog Lettrice di Sogni, che mi ha coinvolta nell'evento, Mondadori per averci donato una copia del libro e la mitica Sara de Il club delle lettrici compulsive che realizza per noi una badilata di banner, sempre bellissimi.


Audrey Rose Wadsworth e Thomas Cresswell sono giunti in America, una terra audace, sfrontata, brulicante di vita. Ma, proprio come la loro Londra adorata, anche la città di Chicago nasconde oscuri segreti. Quando i due si recano alla spettacolare Esposizione internazionale, scoprono una verità sconcertante: l'evento epocale è minacciato da denunce di persone scomparse e omicidi irrisolti. Audrey Rose e Thomas iniziano a indagare, per trovarsi faccia a faccia con un assassino come non ne hanno mai incontrati prima. Scoprire chi sia è una cosa, ben altra faccenda è catturarlo, soprattutto all'interno del famigerato Castello degli Orrori che ha costruito lui stesso,

un covo di torture labirintico e terrificante. Riuscirà Audrey Rose, insieme al suo grande amore, a porre la parola "fine" anche a questo caso? O soccomberà, preda del più subdolo avversario che abbia mai incontrato?


Siamo quindi giunti alla tanto agognata conclusione di questa serie super chiacchierata, che ci ha tenuto compagnia per questi mesi che hanno preceduto l'inverno. Mi fa strano pensare a quando titubavo davanti alla schermata di Amazon, cercando di decidere se acquistare i volumi e leggerli in inglese oppure se valesse la pena aspettare. Come si dice? La pazienza è la virtù dei forti...e la mia è stata ripagata. 

In questo quarto volume ho trovato più di un elemento collegato al primo libro della serie, a partire dai tratti caratteriali di Audry Rose, che mi è sembrato di "ritrovare", come se si fosse un po' persa per strada; passando per il mistero principale attorno a cui ruota la storia poiché, ebbene sì, torniamo a parlare di Jack Lo Squartatore; fino ad arrivare a al dolce epilogo della storia d'amore, che ammetto di aver trovato leggermente ingombrante ma ricordandomi che è un giudizio dettato dal gusto personale. 

Proprio su questo amore vorrei soffermarmi, poiché per quanto (come forse si sarà capito, ops) io non sia esattamente un amante delle digressioni romance all'interno dei romanzi, penso comunque che sia stato trattato con grande tenerezza e molta attenzione: non mi metterò a disquisire sul tema della realisticità o della fattibilità, semplicemente ho pensato che fosse importante che qualcuno, ogni tanto, ponesse tanta attenzione sulla bellezza dell'avere accanto qualcuno che si occupi di te, che si preoccupi di capire che cosa hai bisogno e che tenga alla tua felicità almeno quanto alla propria.

Chiudendo con discreta rapidità la parentesi romantica, più unica che rara, vi chiederei di lasciarmi spendere due parole sull'ambientazione: Chicago è l'unica città degli Stati Uniti che io abbia mai visitato, certo in un periodo diverso, e mi è rimasta nel cui, lego a lei dei ricordi a cui penso con molto affetto. Per me è stato bello pensare ai protagonisti che si aggiravano per quelle vie, quando una storia si svolge in luoghi che conosco mi sento sempre molto più coinvolta...e penso sia normale così.

Doveroso, seppur rapido, un piccolo focus sulla scrittura dell'autrice che si riconferma lineare e molto scorrevole. Non ho percepito, a livello stilistico, una particolare evoluzione o uno sviluppo in tal senso ma non so con quanto distacco abbia scritto i quattro volumi, potrebbe dipendere da una variabile come questa se la stesura dei testi è avvenuta in periodi ravvicinati.

In conclusione penso di poter dire di aver avuto tra le mani un degno epilogo di una saga che ha, senza dubbio, fatto molto parlare di sé e, per fortuna, in senso quasi sempre positivo. Termino con una considerazione che, giuro, non vorrebbe essere eccessivamente polemica ma, probabilmente, lo sarà: quando ci si approccia a libri dichiaratamente di intrattenimento si dovrebbe cercare di non cadere dal pero, post-lettura, annunciando lo scandalo perché li si è trovati non all'altezza di un premio Nobel...ricordiamoci di usare un po' di razionalità ;) 

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