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sabato 15 dicembre 2018

Doppio Libro Vs Film: "Il vizio della speranza" e "Macchine mortali"

Buongiorno Amici dei Libri e buon sabato!

Oggi vi racconto di due bellissime esperienze che ho vissuto grazie a Libri Mondadori, che ringrazio, durante le quali ho potuto fare una delle cose che amo di più al mondo: leggere un libro e vedere, subito dopo, il film che ne è stato tratto.



"Con "Il vizio della speranza" Edoardo De Angelis torna dietro alla macchina da presa dopo il successo di “Indivisibili” per proporre un racconto di dolore, emarginazione, disperazione, vite allo sbando. Al film fa da cornice una Castel Volturno che rappresenta a pieno il degrado di cui il regista vuol trattare, una terra di confine del quale viene mostrato il lato peggiore:
i personaggi che animano la storia si muovono tra rifiuti di ogni genere come fosse naturale,  hanno dimore fatiscenti quasi delle baracche."
Maria Grazia Bosu

Ho trovato in rete questo breve riassunto di Maria Grazia Bosu e ho deciso di citarla, invece che trascrivere la classica trama, poiché ritengo che racchiuda perfettamente in poche righe l'essenza del film di De Angelis.
"Il vizio della speranza" è il racconto di una dolorosa verità, è la presa di posizione di chi non vuole più coprirsi gli occhi. Questo non è il classico caso di trasposizione cinematografica rielaborata ma che segue pedissequamente lo svolgimento del libro, ma quasi un approfondimento, oserei dire un "sequel" della storia racchiusa tra le pagine dello stesso De Angelis. 

Come sapete, sono solita andare a cercare le storie dolore, non perché non mi facciano soffrire ma perché hanno la capacità di arricchirmi come poche altre cose al mondo. Nello specifico, la visione de "Il vizio della speranza", e anche la lettura precedente, mi ha fatto provare una sofferenza profonda e sincera, scatenando in me un forte senso di empatia anche, penso, per i temi trattati; la protagonista è una donna che per troppo tempo ha finto di non avere sentimenti, di non provare nulla nei confronti di coloro che, per lavoro, traghettava verso la separazione più dolorosa della loro vita, quella dai figli appena nati, per fini economici.

L'ambientazione è particolarmente suggestiva, ci troviamo nell'area più povera e disastrata di Castel Volturno, dove il significato del termine "speranza" non viene ricordato quasi più. La fotografia, benché io non sia esattamente un'esperta, è molto coinvolgente e gli attori, principali e marginali, hanno svolto uno splendido lavoro interpretativo, in particolar modo ho apprezzato l'operato di Pina Turco, protagonista del film e anche splendida moglie del regista. 

Infine, sono stata entusiasta di partecipare alla presentazione di entrambe le opere, libro e film, che De Angelis e la Turco hanno fatto prima della proiezione, durante la quale hanno raccontato retroscena, aneddoti e particolari relativi al lavoro nella sua totalità.



Arriviamo così a parlare del secondo film tratto da un libro che ho avuto l'occasione di vedere e che, del tutto inaspettatamente, mi è piaciuto ancor più del primo.

"Macchine mortali" racconta una storia ambientata in un futuro distopico dove le città, in seguito ad una parziale estinzione della specie, hanno seguito il proprio istinto di sopravvivenza e si sono attrezzate per diventare mobili: le più grandi sono predatrici e le più piccole prede, la guerra è dietro l'angolo e la legge del più forte prende il sopravvento. 

Ho specificato che non mi aspettavo di apprezzarlo così tanto poiché generalmente non appartiene ad un genere che mi colpisce particolarmente ma, come ho anticipato, "Macchine mortali" mi ha conquistata in qualsiasi sua forma. La narrazione del libro è immaginifica e piacevolmente scorrevole, davvero coinvolgente; il film è tra quelli meglio realizzati che abbia mai visto in vita mia. Gli effetti speciali sono spettacolari e l'idea che sta alla base della storia ha permesso a chi lo ha prodotto di realizzare una pellicola originale e avvincente, incredibilmente d'impatto a livello visivo e anche uditivo, sia per quanto riguarda gli effetti che la colonna sonora.

Nonostante duri poco più di due ore non c'è stato un singolo istante in cui mi sia annoiata o mi sia chiesta come mai il film durasse così tanto, me lo sono goduto fino in fondo e a pieno e ancora oggi, a diversi giorni dalla visione, le immagini sono molto nitide nella mia testa e mi capita di ragionare sulla storia diverse volte nell'arco del giorno. 

Io quindi non posso far altro che consigliarvi spassionatamente non solo la visione dei film di cui abbiamo parlato oggi ma anche, e soprattutto, la lettura dei libri da cui sono stati tratti; due esperienze tanto diverse ma così intense che non potete di certo lasciarvi scappare e che, sono certa, non vi deluderanno.


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