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lunedì 1 ottobre 2018

Narrativa di qualità: "Sonno bianco" di Stefano Corbetta, Hacca Edizioni

Buongiorno Amici dei Libri e buon lunedì!

Una nuova settimana è iniziata e io, per affrontarla, ho proprio bisogno di parlare di libri belli: per questo vi racconto della nuovissima uscita targata Hacca Edizioni, ad opera di Stefano Corbetta che ho avuto il piacere di incontrare la scorsa settimana. Sono molto grata a Chiara Beretta Mazzotta, splendida agente letteraria, che ha organizzato questo bellissimo evento, permettendomi di scoprire un romanzo che resterà per sempre nel mio cuore.



Emma e Bianca sono identiche, nel viso e nel corpo. Inseparabili. Finché un terribile incidente le divide e costringe Bianca in un letto di ospedale, dentro una bolla fatta di silenzio e attesa. Emma sarà allora costretta a crescere intrappolata nel sonno della sorella: ora la sua vita è soltanto il riflesso di quegli occhi spenti, un mondo fatto di sogni monchi e intenti non realizzati. Ormai adolescente, il teatro, la storia d'amore con il suo insegnante di recitazione e un piccolo pianista virtuoso, figlio dei vicini, non bastano più a rendere normale la sua esistenza.
Perché a ricordarle la colpa, ci sono sua madre, che annientata dal dolore si è rifugiata nella solitudine della sua stanza per proteggere un segreto, e un padre che a fatica prova a preservare i fragili equilibri rimasti. Solo le note di Beethoven e Chopin, portate da un ragazzo gentile e attento, sembrano riempire quel vuoto in cui Emma sta scomparendo. Ma mentre un nuovo metodo di indagine scientifica cerca di aprire un varco nel sonno di Bianca, c'è chi a quella speranza ha deciso di opporre una resa. In una sostituzione di silenzi e congedi, ognuno si troverà a dover fare i conti con i propri rimorsi, e così tentare un nuovo inizio attraverso le parole e i suoni che sarà riuscito a custodire.

La storia che ha deciso di sviscerare Stefano Corbetta è dolorosa, non ho intenzione di mentirvi. Ciò che è certamente degno di nota è il "come" l'autore ha deciso di raccontarcela. Probabilmente ognuno di noi potrebbe immaginarsi che, scegliendo di parlare di rapporto gemellare e coma vegetativo, l'autore avrebbe avuto direttamente a che fare con queste cose; non è così e credo che questo sia davvero indicativo.

Corbetta ci ha raccontato di aver visto un'immagine nella sua mente, da cui è partito a costruire la trama di "Sonno bianco", e che ha svolto un più che approfondito lavoro di ricerca per recuperare tutte le informazioni, correttamente snocciolate nel corso della storia. 

E' stato incredibile sentir raccontare, direttamente dalla sua voce, tutto ciò che ha visto all'interno dell'istituto di Palazzolo, una struttura con un reparto dedicato alle persone in stato di coma vegetativo, situato alle porte di Milano, città dove Corbetta ha ambientato la vicenda. Posso anticiparvi che i ringraziamenti, alla fine del libro, sono stati tra i più sentiti che abbia mai letto, dedicati in primo luogo proprio ai professionisti che operano a Palazzolo e che hanno contribuito alla creazione di "Sonno bianco".

La costruzione della storia e lo sviluppo della trama non hanno un difetto, per quanto mi riguarda; sono consapevole di essere "di parte", essendo io una grande appassionata di storie che trattano temi drammatici come può essere quello di cui parliamo oggi, ma credo al contempo che non sia semplice sviscerare tematiche tanto realistiche e dolorose, con la classe di Corbetta.
Vi confido di aver fatto un pensiero, già durante la lettura delle primissime pagine: mi sono detta che se mai io dovessi scrivere un libro, mi piacerebbe farlo così.

La penna di Corbetta rispecchia la sua voce, potente ma magistralmente gestita, ed è capace di parlare dritto all'anima. Non credo che riuscirò mai a scordare questa storia.



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