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mercoledì 8 agosto 2018

Ecco perché diffido dei libri che piacciono a tutti: "Il Sognatore" di Laini Taylor, ed. Fazi Editore

Buonasera Amici dei Libri e buon mercoledì!

Oggi, causa febbre, non sono riuscita a fare il w.w.w. wednesday ma ho assolutamente bisogno di parlarvi dell'ultima lettura che ho terminato, l'amatissimo Sognatore idolo del momento di ogni amante del fantasy dell'universo mondo.

Ho letto questo romanzo insieme alle mie amiche Sofia (The wonderful nerd life of Sofia), Sophia (Little Reader Sophia) e Greta (Panda's Invasion) e avrei davvero, davvero...davvero voluto amarlo (sob).


In un mondo fantastico e allo stesso tempo perfettamente credibile, abitato da personaggi indimenticabili, il lettore è chiamato a seguire il sogno di Lazlo Strange, perdendosi con lui tra realtà e magia, amore e violenza, terrore e meraviglia.

È il sogno a scegliere il sognatore, e non il contrario: Lazlo Strange ne è sicuro, ma è anche assolutamente certo che il suo sogno sia destinato a non avverarsi mai. Orfano, allevato da monaci austeri che hanno cercato in tutti i modi di estirpare dalla sua mente il germe della fantasia, il piccolo Lazlo sembra destinato a un'esistenza anonima. Eppure il bambino rimane affascinato dai racconti confusi di un monaco anziano, racconti che parlano della città perduta di Pianto, caduta nell'oblio da duecento anni: ma quale evento inimmaginabile e terribile ha cancellato questo luogo mitico dalla memoria del mondo? I segreti della città leggendaria si trasformano per Lazlo in un'ossessione. Una volta diventato bibliotecario, il ragazzo alimenterà la sua sete di conoscenza con le storie contenute nei libri dimenticati della Grande Biblioteca, pur sapendo che il suo sogno più grande, ossia vedere la misteriosa Pianto con i propri occhi, rimarrà irrealizzato. Ma quando un eroe straniero, chiamato il Massacratore degli Dèi, e la sua delegazione di guerrieri si presentano alla biblioteca, per Strange il Sognatore si delinea l'opportunità di vivere un'avventura dalle premesse straordinarie. "Il sognatore", primo capitolo della nuova duologia di Laini Taylor, già autrice dell'acclamata trilogia "La chimera di Praga", non fa che confermarne il grande talento narrativo.


Chiedo scusa anticipatamente se questo mio giudizio sul libro risulterà polemico ma sono davvero infastidita dalla delusione cocente che ha significato per me, amatemi lo stesso.
Tanto per cominciare, se esordisci con "E' il sogno a scegliere il sognatore" io mi aspetto che il fattore onirico sia preponderante all'interno del romanzo, e che il concetto sia sviluppato a partire dalla suddetta affermazione. 

Avevo sentito parlare della particolarità dello stile di scrittura della Taylor, in realtà già dalle recensioni relative alla sua trilogia precedentemente edita in Italia e avevo, in effetti, molta paura di annoiarmi; ahimè è esattamente ciò che è accaduto. In realtà, è andata peggio: mi sono annoiata e, alternativamente, non ho capito interi passaggi all'interno di svariati capitoli. Ora, non voglio assolutamente dire che il mio parere sia oggettivo e imparziale, ma quel che è certo è che la scrittura dell'autrice non incontra il mio gusto.

Non disdegno i romanzi con grande concentrazione sull'aspetto descrittivo e non mi limito a leggere soltanto narrativa "scorrevole" e poco impegnata ma, nonostante questo, non sono stata in grado di rimanere concentrata durante la lettura, per via dei troppi nomi particolari da ricordare, le continue divagazioni e le numerosissime parentesi aperte e chiuse, forse, in maniera non esattamente chiara. Non posso negare di non essere particolarmente avvezza al genere fantasy, e sono sicura che questo abbia reso ancora più difficoltosa la mia lettura. 

Sono molto dispiaciuta perché ero convinta che avrei trovato una trama intrigante, ben sviluppata e capace di tenermi con il fiato sospeso quando, in realtà, mi sono imbattuta in un'idea di base talmente articolata da ingarbugliarsi su se stessa, lasciandosi indietro pezzi che, magari, potrebbero servire al lettore per orientarsi. Ho trovato poco approfondite le fondamenta su cui tutta la storia dovrebbe posarsi, come se i personaggi e gli avvenimenti stessi fossero "campati per aria". 

La caratterizzazione dei personaggi è originale e interessante ma, anche questa, poco approfondita. L'unico momento che ho apprezzato, nell'arco di più di cinquecento pagine, è quello dedicato effettivamente al sogno e ai due protagonisti principali; non posso dire di più per evitare il rischio spoiler, sappiate solo che parlo di una cinquantina di pagine, ben oltre la prima metà del romanzo. 

E' abbastanza complicato argomentare a sufficienza un giudizio negativo come il mio senza rivelare dettagli della storia e, di conseguenza, rovinare la lettura a chi non l'ha ancora compiuta; per questo motivo, mi limiterò ad aggiungere che per me questo primo romanzo rappresenta un lungo ed eccessivamente articolato preambolo ad una storia che spero vivamente di poter trovare nel secondo volume della duologia. Vi state chiedendo se sono pazza? Me ne rendo conto, non è normale pensare di leggere il seguito di un romanzo che non ci è piaciuto ma, ormai, sono curiosa, quasi sociologicamente parlando, di capire se sono un caso irrecuperabile o meno.

Apro una piccolissima parentesi per specificare che no, non credo che siano tutti pazzi (pagati) coloro che hanno amato Il Sognatore; semplicemente credo di non essere tagliata per il genere fantasy e di non riuscire quindi ad entusiasmarmi con una lettura che gli appartiene. Se vogliamo proprio fare una piccolissima polemica (lo vogliamo? Lo vogliamo.) mi è capitato di sorridere sotto i baffi quanto l'ho sentito definire "MAGISTRALMENTE SCRITTO". Non credo che Laini Taylor scriva male o non ne sia capace, anzi, ma starei comunque attenta ad usare paroloni simili.
#UNPO'MENO 




2 commenti:

  1. Sai, a me non importa se un libro è super acclamato dalla critica o meno, sono altre le caratteristiche che mi incoraggiano a leggerlo. Di solito sono super curiosa se trovo pareri molto contrastanti tra loro, allora cerco di leggerlo prima possibile per farmene un'idea precisa.
    Ci sono dei libri che sono piaciuti alla maggioranza dei lettori, e a me non sono piaciuti per niente. Alcuni esempi? Entrambi i libri di Victoria Schwab pibblicati in Italia, oppure Cercando Alaska di John Green... io li ho trovati orrendi. Non credo che siano gli altri dei lettori ottusi, o io una super intelligente, o il contrario, semplicemente abbiamo delle chiavi di lettura diverse, e cerchiamo in quei libri delle cose diverse. Quindi abbiamo dei canoni di giudizio diverso.
    Sono d'accordo con te quando scrivi che forse molti si lasciano trasportare forse dall'onda dell'entusiasmo e che quindi non riescono ad avere ben chiaro cosa hanno davanti, ma a volte capita anche che si apprezzano delle cose diverse nello stile, nella trama, nella costruzione, nell'utilizzo dei vocaboli che fa l'autore.
    Dovremmo avere tutti gusti diversi, sarebbe impossibile che a tutti piacciano le stesse cose, la cosa difficile sta nello scoprire, anzi nel capire chi pensa veramente ciò che scrive, e su che basi arriva ad elaborare determinati pensieri.
    Non so se sono riuscita a spiegarmi bene, forse l'ho fatto in modo un po' confuso, però in breve è che sono d'accordo con te su molti punti ;)
    Guarisci presto :*

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  2. Ciao cara!
    Non intendevo dire che l'entusiasmo "plasmi" il giudizio finale su un libro, sicuramente mi sono espressa male :) Ho solo, diciamo, ritenuto esagerati certi giudizi attribuiti con paroloni pazzeschi, il più delle volte giunti da persone che hanno una cognizione di causa limitata...ma non volevo minimamente dire che il mio giudizio è corretto e quello degli altri no :) <3

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