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martedì 30 gennaio 2018

Recensione: "Artemis" di Andy Weir

Buongiorno Amici dei Libri e buon martedì!

Piano piano mi sto ri-assestando finalmente, e oggi vi racconto della lettura fatta durante il mese di gennaio, con il Rainbow Book Club, un gruppo di lettura su Facebook che vi consiglio vivamente di venire a visitare. 

Artemis | Andy Weir | Newton&Compton | 2017 | 382 pagine, rilegato | 10,00€ 

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Dall'autore del bestseller Sopravvissuto. The Martian

Trama: Jazz Bashara è una criminale. O qualcosa di molto simile. La vita su Artemis – la prima città costruita sulla Luna – può essere davvero difficile a meno di non essere molto ricchi. Ma Jazz non ha un sostanzioso conto in banca e si deve barcamenare tra piccole truffe e affari di contrabbando, visto che con il suo stipendio ufficiale riesce a malapena a pagare l'affitto. Per di più, ha dei progetti ambiziosi e per realizzarli le serve del denaro.
Un bel po' di denaro. Così, quando le si presenta l'opportunità di mettere a segno un grosso colpo che le consentirebbe di sistemarsi una volta per tutte, Jazz, nonostante gli evidenti rischi, decide di non tirarsi indietro. La ricompensa è una cifra da capogiro, ma l'impresa si rivela più pericolosa del previsto e lei si ritrova invischiata in una spirale di intrighi e cospirazioni letali. E a quel punto la sua unica possibilità di salvezza sarà rischiare il tutto per tutto, ben sapendo che in gioco non ci sono solo i suoi sogni di riscatto, ma il destino stesso di Artemis...

Non vi nascondo che la mia prima reazione, dopo aver saputo che la scelta sarebbe ricaduta su questo titolo, è stata di preoccupazione: non sono solita leggere libri di fantascienza poiché so non essere uno dei generi che prediligo, e il timore di trovarmi davanti a 400 pagine di libro che mi catturasse poco non è stato indifferente.
Ho iniziato quindi la lettura leggermente scoraggiata, per poi accorgermi fin dal primo capitolo, di essermi letteralmente fasciata la testa per nulla. 

In questo suo nuovo romanzo Weir abbandona l'ambientazione di Marte per ipotizzare come potrebbe essere e svolgersi la vita nella prima città costruita sulla luna; da questa idea, già vincente in partenza, il lettore giunge a fare la conoscenza di Jazz, una protagonista originale e sfrontata, caratterizzata nel minimo dettaglio e completamente estranea agli schemi più banali e abusati che vorrebbero un personaggio principale amabilmente scontato. 

Jazz è indipendente e presuntuosa, ai limiti della mal sopportabilità, ma è riuscita a conquistarmi in poche, semplici e sarcastiche battute. Il suo modo di affrontare la vita e di relazionarsi col prossimo mi ha ricordato molte delle situazioni in cui mi trovo abitualmente, ovviamente estremizzate, e mi ha permesso di empatizzare con lei con molta facilità. 

Addentrandoci a parlare del contenuto vero e proprio del testo, la mia opinione non differisce più di tanto: la vicenda è accattivante e per nulla banale, caratteristica che la rende appetibile e crea difficoltà nel chiudere il romanzo, e i colpi di scena si susseguono con un tempismo studiato alla perfezione; la tensione è quasi sempre molto alta, smorzata da momenti, forse un po' troppo frequenti, in cui la descrizione molto tecnica dei macchinari e del funzionamento della città lunare con tutte le sue leggi e peculiarità, contribuisce ad un sensibile abbassamento di attenzione, a meno che non si sia particolarmente interessati all'ingegneria futuristica (wink!)

Lo stile di Weir è scarno, diretto e vincente, secondo me, poiché è interamente concentrato a intrattenere, intento molto comune ma che riesce davvero di rado a tanti suoi colleghi. Non mi capita spesso di non riuscire a distinguere, in caso di utilizzo della prima persona, l'autore che scrive dal protagonista che parla: per tutta la durata della lettura ho sentito parlare Jazz e non Weir. 

Per la serie "vi racconto l'aneddoto", spero di rendere l'idea se dico che ho letto la seconda metà del romanzo durante un viaggio in macchina (nonostante io sia particolarmente soggetta alla nausea) di ritorno dalle ferie di Natale: più di 200 pagine nella più completa concentrazione e indifferenza nei confronti del mondo esterno, marito che guidava compreso. 

Come sempre dico e penso, l'esperienza in un gruppo di lettura è arricchente e molto divertente, è possibile confrontarsi con chi ha la tua stessa opinione su un romanzo ma soprattutto con chi ne ha una diversa e può fornirti spunti e punti di vista differenti e, talvolta, illuminanti. Tutto ciò sommato all'enorme sorpresa che questo libro si è rivelato essere per me, ha resto la lettura di questo mese indimenticabile; a questo punto, spero solo che ne traggano un film come hanno fatto per il romanzo precedente. A proposito, avete letto "The Martian". Il sopravvissuto? Avete visto il film? Fatemelo sapere nei commenti!



1 commento:

  1. Ciao Ele! Sono contenta ti sia piaciuto, in effetti avete tute avuto da ridire sulle descrizioni troppo tecniche e forse Weir ha un po' esagerato..io le adoro e non mi sono pesate, ma mettendomi nei panni di chi invece le sopporta a malapena possono sembrare fin troppo particolareggiate! ^^'

    Anche io spero ne traggano un film tant'è che l'ho inserito tra le cinque scelte di oggi per la rubrica 5 cose che...chissà se verremo accontentate! :)

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